domenica 27 aprile 2014

L'evoluzione della musica elettronica in 500 parole

Ecco un breve consuntivo di eventi che riassumono (drammaticamente) la storia della musica elettronica.

Leggete, ascoltate, approfondite.


LE ORIGINI

La musica elettronica ha origini molto più remote di quando si possa pensare: fin dal 1700 iniziano i primi esperimenti di natura elettrica, con cui si provava a riprodurre suoni più o meno orecchiabili utilizzando strumentazione assolutamente non concepita per la produzione musicale.
dopo quasi un secolo di tentativi, si incomincia ad assaporare qualcosa di concreto grazie a Thaddeus Cahill che nel 1897 inventa il Telharmonium, il primo strumento musicale elettronico. 200 Tonnellate di dinamo e interruttori, che per ovvi motivi pratici non avrà un gran successo commerciale. 

Telharmonium 1897 - Fonte: Wikipedia

ANNI '30

Dopo il “via” dettato dal mastodontico Telharmonium, si susseguono una serie di strumenti di interessante fattura: Theremin(1919), Onde Martenot (1928) e Trautonium (1929).
Un fatto importante da notare è che fino agli anni 30 circa la “musica elettronica” é semplicemente un mezzo d’avanguardia per riprodurre il repertorio classico di un tempo. Le cose cominciano a cambiare con l’invenzione della registrazione su nastro magnetico, che permetteva la memorizzazione e la ripetizione di suoni. Pierre Schaeffer ne approfitta subito e decide di costruire ritmiche assemblando su nastro rumori registrati dal mondo esterno: la musica concreta.
Alla corrente del francese si accosta la filosofia di Karlheinz Stockhausen, che riproduce i suoni che Schaeffer avrebbe registrato, utilizzando esclusivamente macchine elettroniche.



Pierre Schaeffer - Fonte: Wikipedia

Karlheinz Stockhausen - Fonte: Wikipedia


ANNI '60

 Le buone e care valvole vengono sostituite dai transistor: la creazione di circuiti integrati fa si che il musicista non debba chiamare un camion dei traslochi per spostare lo strumento, ma possa trasportarlo molto più comodamente.
Robert Moog si è guadagnato il titolo di pietra miliare per questo periodo storico, grazie all’invenzione dell’omonimo strumento: il Moog (1964) è il primo sintetizzatore che spopola incredibilmente e diventa un vero marchio commerciale.


Robert Moog - Fonte: Failedmuso.com

ANNI '70

 Entra in scena il microprocessore, che rende la vita del musicista decisamente più semplice: capacità di controllo del suono proveniente da fonti analogiche e di generazione dello stesso. Incominciano a comparire i primi computer sulle scrivanie dei compositori, che ottimizzano la produttività in studio. in questo periodo cambia anche la location degli eventi musicali elettronici: dalla sala da concerto al club. Sicuramente l’elemento di connessione tra questi due mondi sono i Krafwerk, band tedesca che sconvolge la percezione della musica elettronica, proponendola semplicemente in una vena più ritmica e funky. 




 ANNI '80 - '90 - 2000

 Il caos: entra in scena la figura del DJ, che propone pezzi al pubblico mixandoli con personalità. Chicago crea l’House, Detroit crea la Techno e entrambi i generi influenzeranno Berlino, Manchester, Londra e Roma. Insomma, una marea di generi, sfumature e interpretazioni si può definire l’elettronica degli anni 2000. 
Per cercare in qualche modo di non annegare in questo oceano di musica, vi lascio un elenco di alcuni artisti che a parer mio hanno scritto e stanno scrivendo la storia della musica elettronica contemporanea, così i più interessati potranno saperne qualcosa di più.

Kraftwerk
Juan Atkins
Kevin Saunderson
Derrick May
Carl Craig
Jeff Mills
Robert Hood
Mad Mike
Drexciya

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